Vuoi fare il regista? Compra un drone! Stiamo un po’ esagerando, naturalmente, ma non troppo. Sono sempre di più i film in cui si ricorre all’uso dei droni per spettacolari riprese aeree. Nei film d’azione, naturalmente, ma non solo. Molto tempo è passato da quando Orson Welles usava la gru in Quarto Potere per realizzare carrellate verticali e introdurre insoliti punti di vista nel suo film capolavoro.
La storia del cinema ha sempre camminato al fianco dell’innovazione tecnologica, con esiti alterni. Si sono affermate così anche nuove professionalità, come racconta il britannico Richard Steele, pilota di droni che ha avuto l’opportunità di filmare l’ultimo film di 007, No Time To Die. Dopo avere pilotato elicotteri RC come hobby nel 2012, è passato ai micro-droni quando sono diventati popolari. Acquisite le qualifiche per il volo commerciale nel 2014, ha lavorato in diversi progetti. Infine è «progredito verso droni più grandi, come il DJI S1000, e sono stato coinvolto in produzioni come ‘Vera’ e ‘Midsummer Murders’, prima di arrivare a girare Bond 25 (No Time to Die, ndr) in Scozia».


Una rivoluzione economica e creativa
I droni non sono più una novità nel cinema, ma una parte integrante della produzione. Dalle epiche scene di azione di Capitan America e degli Avengers alle riprese adrenaliniche di Mission Impossible, i droni hanno consentito prospettive nuove e immersive a costi molto più bassi rispetto alle riprese aeree tradizionali.


Rashad Al-Safar, già CEO di Sky Vision, società specializzata nella proposta di droni nelle riprese cinematografiche, ha dichiarato: «I droni e il cinema vanno ormai di pari passo. Ogni ripresa d’apertura è filmata con un drone, per immergere il pubblico nella storia». Con una spesa di soli 5.000 dollari al giorno per un drone rispetto ai 25.000 dollari per un elicottero, i droni stanno rivoluzionando il cinema non solo in termini di costi, ma anche di creatività.
Al-Safar sottolinea che:
«i droni sono in grado di volare attraverso due edifici, seguire un soggetto in un’unica ripresa senza tagli, e persino entrare in una casa per continuare a seguire l’azione. Impensabile con un elicottero!»

Droni che interpretano ruoli
Un esempio straordinario dell’uso creativo dei droni si trova nel film francese Les Misérables (2019) di Ladj Ly, nel quale un drone non solo esegue le riprese, ma gioca un ruolo fondamentale nella trama. La storia ruota attorno a un adolescente che usa il drone per spiare, ma finisce per registrare un crimine commesso dalla polizia. Il velivolo diventa così un “agente di giustizia”, sfidando il tradizionale ruolo sinistro spesso attribuito ai droni in produzioni come Black Mirror.
Nonostante i loro evidenti vantaggi, a questi velivoli restano alcune sfide tecniche da superare. Per esempio i limiti della durata della batteria e l’impatto delle condizioni meteorologiche, come il vento forte e la pioggia, che possono compromettere la qualità delle riprese e la sicurezza del drone.
I migliori droni DJI per il cinema
Per i progetti cinematografici che richiedono riprese di alta qualità, il drone DJI Inspire 2 con la fotocamera X7 è stato a lungo ed è tuttora tra i preferiti dai filmmaker. Questo drone è equipaggiato per supportare fotocamere pesanti come la RED Digital o l’ARRI Alexa Mini. E utilizza gimbal avanzati come il DJI Ronin-MX, scelto da Martin Scorsese per il suo capolavoro Killers of the flower moon (con Leonardo DiCaprio e Robert De Niro).

DJI Inspire 2 X7 Standard Kit
Il DJI Inspire 2 è compatibile con due gimbal: lo Zenmuse X5S e lo Zenmuse X7 (incluso, con la fotocamera DL-S 16mm F2.8 ND ASPH Lens nello Standard Kit).
Il telaio in lega di magnesio lo rendono più robusto e allo stesso tempo più leggero. I bracci, che si trasformano per permettere alla camera una visuale a 360°, sono in fibra di carbonio.
DJI Inspire 3
Punta di diamante nella cinematografia aerea, il DJI Inspire 3 garantisce un flusso di lavoro efficiente, linguaggio fotografico e libertà creativa senza precedenti. Dotato di fotocamera 8K all-in-one, consente ai registi di livello professionale di esaltare il potenziale delle riprese e padroneggiare ciò che da terra è invisibile. Include la fotocamera stabilizzata Zenmuse X9-8K Air.

Questi strumenti consentono riprese fluide e cinematiche, un tempo ottenibili solo con costose configurazioni di elicotteri. Non a caso il DJI Inspire 2 è stato usato per le scene più emozionanti del blockbuster Mission Impossible: Fallout.
Naturalmente, il DJI Inspire 3 ha introdotto numerosi miglioramenti rispetto al suo predecessore. A cominciare dalla fotocamera Zenmuse X9-8K Air full-frame, capace di registrare video in 8K/75 fps in Apple ProRes Raw e 8K/25 fps in Cinema DNG. Ma DJI Inspire 3 installa anche uno stabilizzatore con rotazione orizzontale a 360° e, a carrelli d’atterraggio abbassati, permette un’inclinazione della camera fino a 80° verso l’alto senza ostruzioni.
Il potenziale dei droni nel cinema è vasto, non solo per riprese aeree mozzafiato, ma anche per creare esperienze narrative coinvolgenti. Con l’evoluzione continua delle tecnologie e delle tecniche, i droni sono destinati a diventare una componente sempre più centrale nel toolkit di ogni filmmaker, ridefinendo il modo in cui le storie sono raccontate sul grande schermo.
Il gimbal professionale DJI Ronin-MX, nonostante sia stato lanciato circa otto fa, resta un prodotto molto apprezzato in ambito cinematografico. Martin Scorsese (Oscar alla regia, 2007), per esempio, lo ha utilizzato durante le riprese del suo ultimo film (Killers of the flower moon, 2023).

La creatività spicca il volo
L’uso dei droni nel cinema sta spingendo i limiti della creatività, permettendo ai registi di esplorare nuove dimensioni narrative e visive. Come sottolineato da molti professionisti del settore, la combinazione di versatilità, accessibilità e innovazione tecnologica rende i droni uno strumento indispensabile.
È possibile immaginare un futuro in cui i droni non saranno solo strumenti per riprese spettacolari, ma protagonisti attivi nelle storie. Eccolo consegnare forniture vitali in un ospedale, nel bel mezzo di un “medical drama”, o salvare due esploratori bloccati in fondo a un crepaccio. Questi scenari aprono la porta a narrazioni in cui i droni non sono semplici osservatori, ma elementi chiave della trama.
L’impatto dei droni DJI sulla narrazione visiva
I droni hanno infatti introdotto una importante novità nella narrazione per immagini, offrendo una prospettiva unica. Che non solo arricchisce l’estetica dei film, ma contribuisce anche a una maggiore immersione nelle scene da parte del pubblico. Riprese aeree che un tempo erano riservate a produzioni con budget elevati sono ora alla portata di filmmaker indipendenti, grazie alla versatilità e all’accessibilità dei droni. Secondo molti esperti del settore, la capacità di passare da una veduta aerea ampia a un primo piano fluido senza interruzioni è qualcosa che i droni fanno meglio di qualsiasi altro strumento. Questo tipo di riprese non solo rende le sequenze d’azione più dinamiche, ma può anche essere usato per aggiungere drammaticità in scene più intime.

Produzione di massa
Le grandi produzioni cinematografiche come Harry Potter, Mission Impossible e Capitan America hanno mostrato il potenziale dei droni non solo per riprese mozzafiato, ma anche per sviluppare in nuove direzioni la narrazione. Le riprese aeree possono enfatizzare l’ambientazione, costruire suspense e persino diventare un elemento essenziale del racconto.
La loro capacità di volare in spazi stretti, seguire veicoli in movimento o fornire un punto di vista che simula un occhio onnipresente, ha cambiato il gioco. E non è finita: con l’integrazione dell’intelligenza artificiale, i droni del futuro saranno in grado di prendere decisioni autonome per migliorare la qualità delle riprese.
Attualmente, gli operatori più esperti devono confrontarsi con registi, direttori di fotografia e tecnici in genere che non conoscono ancora tutte le potenzialità del mezzo. O, al contrario, sottovalutano le difficoltà di alcune riprese. Per questo, sarebbe necessario un dialogo serrato tra i piloti, chi realizza le immagini (figure non sempre coincidenti) e il regista del film. Dalla collaborazione creativa tra queste professionalità può nascere qualcosa di nuovo e inesplorato.
Il progresso delle tecnologie e l’abbattimento dei costi renderanno disponibili i droni anche a registi indipendenti e piccole produzioni, in grado finalmente di competere con le major anche sul piano della spettacolarità oltre che della qualità delle idee.