Hanno avuto da subito un ruolo da protagonisti, arrivano quando meno te lo aspetti, possono seguirti nei luoghi più remoti e addirittura costringerti a tornare a casa, se non dai loro retta. Sono i droni, diventati una presenza costante nella risposta pandemica riferita al COVID-19. In Asia, in Europa e negli Stati Uniti, le autorità hanno utilizzato spesso i droni per monitorare il comportamento dei cittadini e verificare che tutte le misure di sicurezza venissero rispettate. A volte, addirittura, hanno “fatto la spia” facendo multare i trasgressori. Ambientazione da Blade Runner? Forse. C’è da dire però che sono stati utili – e lo sono ancora – in moltissime situazioni in cui le autorità non arrivano.

In Francia, però, i sostenitori dei diritti civili si sono ribellati e hanno chiesto che venisse sospeso il loro utilizzo.
Il sindaco di Messina dà il via al lancio del drone per monitorare la sua città.
In Francia, i cittadini si sentono minacciati dai droni
La Lega francese dei diritti umani e il gruppo La Quadrature du Net hanno recentemente presentato una causa contro l’uso dei droni da parte delle autorità per monitorare il comportamento dei cittadini di Parigi, in particolare il distanziamento sociale, sostenendo che violano i diritti alla privacy delle persone.
Anche negli Stati Uniti non tutti sono d’accordo con questi mezzi alternativi di controllo. A metà aprile, ad esempio, la città di Westport, nel Connecticut, ha interrotto i voli dei droni durante la pandemia che monitoravano che venisse rispettato lo spazio di sicurezza tra le persone in pubblico.
Il fatto che i dati raccolti fossero anonimi e non collegabili a persone specifiche non è riuscito a placare le obiezioni dei residenti. Ma a oggi, i droni continuano a volare sulle nostre teste e, addirittura a volte, a intimarci con voce metallica di tornare a casa se la nostra uscita non risultasse effettivamente necessaria.
I cittadini non si fidano delle garanzie di anonimato profuse delle autorità. Con una tecnologia di riconoscimento facciale così ben sviluppata e diffusa, si ha sempre paura che le autorità alla fine cederanno alla tentazione di impiegarla.
Ma questo è stato solo l’inizio. Alcuni hanno anche proposto di utilizzare i droni per monitorare non solo gli spostamenti, ma anche lo stato di salute della gente che “incontrano”. Come? Misurando la temperatura e la frequenza cardiaca, per esempio, inviando un segnale al servizio sanitario nel caso qualche dato risultasse sospetto.
La tecnologia dei droni: amica o nemica?
C’è da dire che l’alta qualità di ripresa di alcuni droni, come il nostro Mavic Air 2, ci permetterebbe di facilitare e velocizzare le attività di controllo delle nostre autorità. Riprese in HD, volo stabile e lunga autonomia ci consentono di verificare anche i più piccoli dettagli e tenere sotto controllo i “furbetti”. Probabilmente a nessuno interessa sapere cosa stiamo facendo nel nostro giardino, ma se i droni possono venire in aiuto alla nostra salute forse è il caso di acconsentire che volino un po’ più spesso sopra le nostre teste.
