La EASA (European Aviation Safety Agency), avendo come obiettivo quello di unificare le norme che regolano l’utilizzo dei droni negli stati membri della Comunità Europea, ha pubblicato il primo regolamento comunitario.

Questo grande traguardo risulta essere il primo passo verso una norma comune che sia valida in tutti gli stati membri e che permetterà di utilizzare i droni in scenari sempre più ampi.

Nel Corso Gratuito sul Regolamento Europeo Droni verrà fatta chiarezza sulle novità introdotte e verranno illustrate le scadenze ed i periodi entro i quali questa nuova norma entrerà in vigore.

La norma cerca di garantire la sicurezza, proteggere la privacy e tutelare l’ambiente ma nello stesso tempo mira a promuovere l’innovazione tecnica.

Il regolamento è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale l’11 giugno 2019 e quindi è entrato in vigore il 1 luglio 2019 e gli stati membri hanno un anno di tempo per adeguarsi, ovvero fino al 1 luglio 2020. Fino al 1 luglio 2021 restano valide tutte le autorizzazioni, dichiarazioni e certificati rilasciati ai piloti di droni. Il 1 luglio 2022 finisce il periodo di transizione e quindi entrerà definitivamente in vigore il regolamento europeo.

Il regolamento europeo è diviso in due parti: Il regolamento di esecuzione, che riguarda le regole a cui devono attenersi gli operatori e il regolamento delegato che riguarda le regole per i produttori.

In base al rischio sono state stabilite tre categorie di operazioni: La categoria aperta, la categoria specifica e la categoria certificata.

Il regolamento europeo stabilisce anche uno spazio aereo unitario, U-Space, per la gestione del traffico aereo APR.

I droni DJI consumer, come per esempio quelli della serie Mavic o Spark, possono operare nella categoria aperta perché soddisfano le norme del regolamento delegato.

I droni DJI Enterprise, come per esempio il Mavic 2 Enterprise o i droni della serie DJI Matrice, possono volare oltre che nella categoria aperta anche nella categoria specifica.

La categoria aperta richiede il rispetto di diverse regole, come per esempio quella del volo in VLOS, il divieto nelle No-Fly Zones, una altezza massima di 120 metri, l’età minima del pilota e la distanza dalle persone.

I droni saranno classificati in base al loro peso e una etichetta con la classe dovrà essere applicata sul drone. Le classi sono C0, C1, C2, C3 e C4.

La categoria aperta è poi suddivisa in tre sottocategorie A1, A2 e A3 che si distinguono in base alle limitazioni operative, ai requisiti per i piloti remoti e i requisiti tecnici per i droni.

Per la categoria specifica sono richieste le autorizzazioni, tranne per lo scenario standard (è sufficiente una dichiarazione ma ancora è in fase di definizione fino a ottobre 2019), e le competenze da parte del pilota remoto proporzionate ai rischi delle operazioni da effettuare per le quali si richiede autorizzazione.

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